Il trionfo di Bacco e Arianna
LORENZO DE MEDICI DETTO IL MAGNIFICO (
Firenze,
1º gennaio 1449 –
Firenze,
9 aprile 1492) è stato uno
scrittore,
politico e
mecenate italiano,
signore di
Firenze dal
1469 alla morte, fu grande
letterato e
mecenate appartenente alla
dinastia dei
Medici.
Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Quest'è Bacco e Arianna,
belli, e l'un dell'altro ardenti:
perchè 'l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or, da Bacco riscaldati,
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non può fare a Amor riparo
se non gente rozze e ingrate:
ora, insieme mescolate,
suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Questa soma, che vien drieto
sopra l'asino, è Sileno:
così vecchio, è ebbro e lieto,
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca, oro diventa.
E che gioia aver tesoro,
s'altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi siàn, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò c'ha esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Bellissima poesia "Il trionfo di Bacco e Arianna" è il più famoso dei Canti Carnevaleschi (canzoni a ballo composte per allietare le feste di Carnevale) di Lorenzo De Medici ed è un coro libero e festante quasi la voce di un’epoca, espressione di motivi comuni e diffusi nella società del suo tempo. Questo componimento, scritto in occasione del Carnevale del 1490, descrive il trionfo di un carro mascherato, quello di Bacco, accompagnato dal suo seguito con Arianna e satiri. Da un lato i motivi mitologici e classici : Bacco e Arianna innamorati l’uno dell’altro, i selvaggi satiretti che tendono agguati alle ninfe, Mida con la sua avidità e cupidigia...che sfilano in una bizzarra mascherata, dall’altro quel lieve rimpianto per la fuggevolezza della gioventù da cui deriva l’invito a godere di ogni ora che passa.
Il canto, pieno di ebbrezza festosa, è velato appunto da una punta di amaro per la coscienza del continuo fluire del tempo e per la coscienza che non è possibile avere nessuna certezza delle cose future.
Dal momento che quello che deve accadere è inevitabile che accada bisogna cogliere e godere le gioie del presente, perchè solo il presente è dato all’uomo di conoscere: “ del doman non c’è certezza”.
Nel Trionfo di Bacco e Arianna, l'autore invita alla gioia e alla spensieratezza di cui la giovinezza è simbolo, tuttavia la sua esortazione a vivere e a godere è costantemente pervasa da una profonda malinconia.