venerdì 27 gennaio 2017

Claudio e Mariapia - 1965 - Nozze dei cari amici di Pietra Ligure (Savona) ed il racconto di Giovanna Grazian

Voglio ricordarli sempre felici, belli e sorridenti! Così cortesi e affettuosi nei nostri confronti e nei confronti di mamma quando venivano in soggiorno vacanziero a Lugo di Vicenza. A distanza di pochi mesi, una dall'altro, se ne sono andati per sempre....Un abbraccio caloroso ed un bacio.



Ed un bel racconto di Giovanna (Annamaria) Grazian, scritto, dopo aver incontrato l'amico d'infanzia, Claudio-Renato, che, tempo fa, al paese di Lugo di Vicenza, era tornato per una vacanza.



Risveglio d’autunno
(di Giovanna Grazian)

Ogni inizio d’autunno, nella prima domenica d’ottobre, poco dopo che il calendario segna il passaggio della stagione estiva a quell’autunnale il richiamo è forte, per Renato (Claudio), l’uomo dagli occhi blu cobalto. Gli ricorda la festa patronale molto sentita ai tempi della sua fanciullezza, andata via via scadendo e da poco ripristinata. 
Il richiamo è intenso da un po’ d’anni a questa parte del suo paese d’origine, dove ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza tutta, fino alla piena giovinezza.
Mai avrebbe immaginato un tale risveglio. Un bisogno forte che lo induce - da un po’ di tempo - a fare i bagagli e tornare. Questo succede con gli anni della piena maturità.
Quando il brulicante passaggio di turisti riempie le strade, i negozi, le spiagge, di quella che è la sua città di residenza da oramai tanti anni, lui sente il bisogno impellente di ritornare.
Al nord, ai piedi dell’altopiano, dove un giorno lontano a causa d’imprevisti inaspettati, dovette andarsene.
 Solo, inesperto della vita e della grande città affrontò la metropoli, una lingua dura e sconosciuta, un clima freddo e diverso dal suo collinare, s’immischiò in una realtà diversa e difficile.
 Si ritrovò stordito, catapultato in un ritmo frenetico, assordante. Erano gli anni del dopoguerra e lui si trasformò da studente attento e scrupoloso, in operaio alla catena di montaggio per una casa automobilistica di primissima qualità.
Una grave malattia agli occhi non gli permise di forzarli sui libri, l’improvvisa dipartita del padre e un’altra disgrazia in famiglia completò il periodo nero per lui, la madre e la sorella.  
Lui che stava completando il corso di studi, che lo avrebbe messo al sicuro economicamente, la sorte si era di colpo ribaltata. Dovette ricominciare tutto daccapo.
 Ora dopo molti anni mi sta raccontando la sua vita lontano dal paese d’origine.
<< Mai avrei immaginato - dice -, il richiamo che mi spinge a lasciare l’invidiata località marina, dove tanti anziani facoltosi si recano a svernare, e già a Pasqua è piena di turisti italiani e stranieri assettati di iodio, d’aria tiepida, di paesaggi marini, circondati a nord da terrazzamenti coltivati ad ulivi e vigneti >>.
Lui, ora racconta come nella sua mente si sovrapponga sempre più spesso la nostra campagna collinare, il verde degli arbusti misti. Un paesaggio comune nel nostro vicentino, uno dei tanti anonimi piccoli paesi con una chiesa, un torrente spesso in secca, delle case ristrutturate, altre nuove - lui dice delle belle villette - e la gente dei suoi anni giovanili. Soprattutto quella; gli amici d’infanzia riemergono con forza, lui menziona nomi e soprannomi dimenticati, trovando aneddoti vecchi di mezzo secolo. Questo stupisce, che lui non abbia dimenticato niente, come se la sua mente non sia invecchiata; episodi lontanissimi riportati come siano successi ieri.
 Racconta pure del suo lavoro svolto - dopo il periodo all’estero - servito per destreggiarsi in tre lingue straniere   nel campo alberghiero.
Da cameriere, su fino a direttore di grandi hotel lussuosi. Tuttavia, ora lui ammette il grande richiamo alla vita semplice del paese d’origine, ne idealizza il luogo per trattenersi, la calma che gli pervade appena entra nelle strade familiari; ne assapora appieno l’amicizia sincera e unica dei compaesani.
“Il suo paese gli restituisce ora, ciò che il destino gli ha tolto allora”.
La sua casa, la più antica del centro storico, il più bel palazzo con le bifore veneziane, che non gli appartiene più.
Lui lo guarda e si chiede dello sbaglio fatto in tempi lontani. Bastava tenersi un’ala, la colombara con la torretta che svetta alta nel cielo, dove lui e la sorella salivano nei primi giorni autunnali ad ammirare i tramonti rossastri verso sud-ovest: i monti Lessini e le Piccole Dolomiti; a nord dietro la loro casa le prime spruzzate di neve sull'Altipiano. Neve che avrebbe visto solo in cartolina, mai nel suo golfo ligure. 
 Chi non ha fatto uno sbaglio nella vita? Chi non ha dei rimpianti? Chi non rammenta il primo amore giovanile e non risente il desiderio di informarsi sulla sua vita, sul destino di una dolce fanciulla che ha fatto battere il cuore in autunni lontani? 
Queste domande sono state celate per troppo tempo dall’uomo dagli occhi blu. Occhi velati di rimpianti, lacrime trattenute appena, che galleggiavano nelle pupille dilatate. Occhi di ragazzo che ho visto inumidirsi, emozionarsi, mentre in una mezz’ora raccontava la sua vita; ne sciorinava accenni reconditi, tenuti nascosti troppo tempo. 

  L’ho ascoltato, l’ho ammirato per la sincerità, l’umiltà, la riconoscenza che esprime verso gli amici di un tempo, che l’hanno voluto a pranzo e a cena in tanti, nel suo ritorno a casa. Un risveglio d’autunno sempre più intenso.       

Giovanna Grazian

lunedì 16 gennaio 2017

13 gennaio 2017.....neve ...ricordando, per la coincidenza del giorno, anche la grande nevicata sempre del 13 gennaio ma del 1985



 Ed il bel lavoro di mio marito, all'opera per pulire i passaggi da eventuali gelate notturne.
E questa è la Chiesa di Lugo di Vicenza fotografata da mio cognato Alessio
E questa è Vicenza da Monte Berico