martedì 17 gennaio 2012

La storia del bambù

In un magnifico giardino cresceva un bambù dal nobile aspetto.
Il Signore del giardino lo amava più di tutti gli altri alberi. Anno dopo anno, il bambù cresceva e si faceva robusto e bello. Perché il bambù sapeva bene che il Signore lo amava e ne era felice.
Un giorno, il Signore si avvicinò al suo amato albero e gli disse: “Caro bambù, ho bisogno di te”.Il magnifico albero sentì che era venuto il momento per cui era stato creato e disse, con grande gioia: “Signore, sono pronto. Fa di me l’uso che vuoi”.La voce del Signore era grave: “Per usarti devo abbatterti!”.Il bambù si spaventò: “Abbattermi, Signore? Io, il più bello degli alberi del tuo giardino? No, per favore, no! Usami per la tua gioia, Signore, ma per favore, non abbattermi”.
“Mio caro bambù”, continuò il Signore, “se non posso abbatterti, non posso usarti”.Il giardino piombò in un profondo silenzio. Anche il vento smise di soffiare. Lentamente il bambù chinò la sua magnifica chioma e sussurrò: “Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, abbattimi”.“Mio caro bambù”, disse ancora il Signore, “non solo devo abbatterti, ma anche tagliarti i rami e le foglie”.“Mio Signore, abbi pietà. Distruggi la mia bellezza, ma lasciami i rami e le foglie!”.
“Se non posso tagliarli, non posso usarti”.
Il sole nascose il suo volto, una farfalla inorridita volò via. Tremando, il bambù disse fiocamente: “Signore, tagliali”.“Mio caro bambù, devo farti ancora di più. Devo spaccarti in due e strapparti il cuore. Se non posso fare questo, non posso usarti”.
Il bambù si chinò fino a terra e mormorò: “Signore, spacca e strappa”.Così il Signore del giardino abbattè il bambù, tagliò i rami e le foglie, lo spaccò in due e gli estirpò il cuore. Poi lo portò dove sgorgava una fonte di acqua fresca, vicino ai suoi campi che soffrivano per la siccità.

 Delicatamente il Signore collegò alla sorgente una estremità dell’amato bambù e diresse l’altra verso i campi inariditi.La chiara, fresca, dolce acqua prese a scorrere nel corpo del bambù e raggiunse i campi. Fu piantato il riso e il raccolto fu ottimo. Così il bambù divenne una grande benedizione, anche se era stato abbattuto e distrutto.
Quando era un albero stupendo, viveva solo per se stesso e si specchiava nella propria bellezza. Stroncato, ferito e sfigurato era diventato un canale, che il Signore usava per rendere fecondo il suo regno.
(Noi la chiamiamo “sofferenza”. Dio la chiama “ho bisogno di te”).

9 commenti:

  1. ciao arianna bellissimo questo racconto mi ha emozionato, tutte le storie alla fine hanno una morale che fa riflettere, anche questa non e' da meno, grazie, bellissima l'immagine, buona giornata rosa a presto.)

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    1. Mi affascina questa storia...perchè si scopre che tutti ma proprio tutti potremmo essere dei buoni canali e fare da tramite alla consapevolezza e alla conoscenza...far breccia anche nei cuori più ruvidi...

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  2. Un estupendo relato. Gracias por tu visita a mi blog y hacerte seguidora. Un saludo muy afectuoso.

    Manoli.

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  3. ciao.... davvero emozionante.... una bellissima morale..
    ciao...luigina

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  4. Che bel racconto Arianna, mi è piaciuto tantissimo!

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  5. Grazie a Luigina e Jane.
    Un abbraccio.

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  6. Cada vez aprendo más cosas contigo!
    Gracias!

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