sabato 27 febbraio 2021

Cedrini-buccette di arance caramellate

Cedrini-buccette di arance caramellate

Ho trovato questa ricetta:

- lavare bene tre arance, meglio se bio

- sbucciarle vicino alla buccia arancione; comunque togliere poi ben bene la parte bianca della buccia con il coltello

- farle bollire e ribollire appena un po' di minuti e gettare via l'acqua amara, dopo ogni bollore, per due volte

- con succo di un'arancia o più, far riprendere il bollore alle buccette tagliuzzate, assieme ad una spolveratina di zucchero raffinato o di canna

- infine, dopo quasi tutta l'asciugatura del liquido spremuto e non eccessivo, leggermente caramellato, adagiare le buccette in altro zucchero e lasciar raffreddare🍊🍊🍊







mercoledì 17 febbraio 2021

Mia poesia - Scampanìo

Scampanìo


È ormai penombra

Ma la penna scivola sul foglio bianco di carta

I polpastrelli sfioreranno lo schermo

Per conservare le parole

Le dita circondano la punta della penna

Fluiscono emozioni

Sensazioni

Ricordi

Come il suono del campanile

Che scoccava un colpo

La mezz'ora

A mezzogiorno

Invece

Era tutto uno scampanìo

Tra orologi cittadini



Arianna Marangonzin

Foto della Città di Vicenza (dal web)

lunedì 15 febbraio 2021

Mia Poesia "Magari un dono"


Mia Poesia:  "Magari un dono"



Magari un dono

Potrà mai farmi

Sorridere

Una piccola sorpresa

Un oggetto incartocciato

Un cavallo di carta

Come quelli che punteggiavamo all'asilo

Un cavallo tutto impunturato

Con l'ago sul contorno tratteggiato 

Un cavallo delineato sul cartoncino 

Adagiato sulla bambagia

Da poter trafiggere

Con le mie piccole mani

Attente a seguire

Foro dopo foro

E a staccarne i ritagli...

Cosa mi viene in mente!

Eppure questo 

Sarebbe forse 

Il dono

A me più gradito 


Arianna Marangonzin



Arianna all'asilo


sabato 13 febbraio 2021

Giuseppe Conte

Il  premier Conte ha lasciato palazzo Chigi con gli onori militari. I dipendenti della Presidenza del Consiglio hanno tributato a Conte un lungo applauso dalle finestre che si affacciano sul cortile del palazzo.

Se le persone che hanno lavorato con lui a stretto contatto lo hanno applaudito con affetto e rispetto, evidentemente è stata una bella e brava persona. Grazie, comunque, per la difficile gestione dell'Italia nell'emergenza della pandemia.



venerdì 12 febbraio 2021

Antica tradizione veronese "Venerdì Gnoccolaro"

VENERDÌ GNOCOLAR


Gli gnocchi del Carnevale di Verona hanno una storia antichissima. Si narra che, tra il 1520 e il 1531, a causa di un’inondazione del fiume Adige e delle scorrerie dei lanzichenecchi, Verona soffrì una terribile carestia. Il 18 giugno 1531 la popolazione, affamata e disperata, andò ad assaltare i forni del quartiere antico di San Zeno, che all’epoca era il più popolato e povero della città, per far provviste di grano e di pane. La situazione fu salvata da parte del Podestà e di alcuni cittadini che provvidero a loro spese di rifornire i cittadini più poveri della contrada di viveri.



La tradizione di distribuire gnocchi nell’ultimo venerdì di Carnevale vede in Tommaso Da Vico il fondatore del Bacanale del Gnocco, avendo distribuito a sue spese tra la popolazione viveri di prima necessità, come pane, vino e formaggio e soprattutto gnocchi, non di patate ma di farina e acqua alla maniera dei canederli.

Da quel momento in poi a Verona nel periodo del Carnevale si mangiano i tradizionali gnocchi con pastissada (di cavallo), che un tempo venivano serviti ai poveri nel venerdì precedente la quaresima, detto “Venardi Consolàr” (venerdì consolatore) sulla pietra dello gnocco, un tavolo in pietra, ancora ben visibile davanti al sagrato della Basilica di San Zeno.



mercoledì 10 febbraio 2021

10 febbraio - Giorno della Memoria della popolazione istriana e ricordo di Norma Cossetto

 


Norma aveva sempre dimostrato un totale disinteresse per la politica, anche se le ragioni delle violenze subite, e della sua uccisione, continuano tuttavia a essere oggetto di interpretazione politica, in particolare riguardo il suo presunto legame diretto con il fascismo. 

Nel 1919-20, lo squadrismo fascista emerse in quelle terre istriane come elemento di sintesi di istanze antislave sul piano nazionalista e anticomuniste sul piano politico-sociale. Prima, le varie etnie convivevano tra loro pacificamente. A Trieste e in tutta l’Istria si sperimentò quel fascismo di frontiera che, nel 1920-22, intensificò l’azione violenta in tutta la regione.

Norma, come molte altre centinaia di donne e uomini infoibati, è stata uccisa perché colpevole di abitare un’area geografica oggi divisa tra Italia, Slovenia e Croazia. In questo senso, la figura di Norma e la sua rilevanza storica si devono leggere storicamente e politicamente perché questa giovane donna è una delle tante vittime dell’etnocidio che nel 1943 e nel 1945 ha sconvolto queste aree di confine.

Norma Cossetto era una studentessa universitaria istriana, torturata, violentata e gettata in una foiba. È stata uccisa dai partigiani di Josip Broz, meglio conosciuto come Maresciallo Tito, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943. Le foibe sono voragini rocciose a forma di imbuto rovesciato, create dall’erosione di corsi d’acqua, tipiche della zona carsica.
La sua storia è emblematica dei drammi e delle sofferenze soprattutto delle donne dell’Istria e della Venezia Giulia negli anni dal 1943 al 1945. Colpevoli spesso di essere mogli, madri, sorelle o figlie di persone ritenute condannabili dal regime, molte donne in quegli anni vennero catturate al posto dei loro congiunti, usate come ostaggi o per scontare vendette personali.

Nell’estate del 1943, Norma gira in bicicletta per i comuni dell’Istria raccogliendo materiale per la sua tesi di laurea, intitolata L’Istria rossa e dedicata allo studio del territorio istriano ricco di bauxite. Nello stesso periodo, la famiglia Cossetto si vede costretta a lasciare Visinada perché, all’arrivo dei partigiani titini in paese, iniziano le minacce dirette verso i vari componenti della famiglia. Il padre Giuseppe è costretto pertanto a trasferirsi per un breve periodo a Trieste. Gli zii Giovanni ed Emanuele, fratelli del padre, vengono arrestati rispettivamente il 16 e il 24 settembre e subito condotti a Pisino.
Il 25 settembre un gruppo di partigiani titini irrompe in casa Cossetto razziando ogni cosa. Il giorno successivo prelevano Norma.

La notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943 viene brutalmente uccisa.
Il 13 ottobre 1943 i tedeschi ritornano in paese e, a seguito della cattura di alcuni partigiani titini, riescono a fornire informazioni attendibili a Licia, sorella di Norma, sul destino del padre e della sorella, confermando l’esecuzione di entrambi. 

Il 10 febbraio 2011 l’Università degli Studi di Padova e il Comune di Padova, nell’ambito delle celebrazioni per la Giornata del Ricordo in memoria delle vittime delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, scoprono, al Palazzo del Bo, a Padova, sede dell'Università, una targa commemorativa.


venerdì 5 febbraio 2021

Politici e Tecnici nell'arte

 

Appena ricevuto l'incarico di formare un nuovo governo dal Presidente della Repubblica, Mattarella, il futuro Premier Mario Draghi ha già un suo ritratto, dipinto sui muri, dallo street artist palermitano Tvboy, con le sembianze di Super Mario Bros, eroe dei videogiochi, come del resto hanno avuto caricature anche l'ex Premier Conte e lo stesso Mattarella.


Giuseppe Conte


Sergio Mattarella



martedì 2 febbraio 2021

Curiosità per le donne che iniziarono a votare nel 1946

A seguito del decreto 1 febbraio 1945 per l'estensione al voto anche alle donne, la prima occasione per le donne furono le elezioni amministrative del 1946: risposero in massa, con un’affluenza che superò l’89 per cento. Circa 2 mila candidate vennero elette nei consigli comunali.


La curiosità:

In occasione anche del Referendum per scegliere la forma istituzionale dello Stato tra monarchia e repubblica del 2 giugno del 1946, in cui, nello stesso giorno furono scelti anche i membri dell’Assemblea costituente, la quale, nei 18 mesi successivi avrebbe elaborato la Costituzione, il Corriere della Sera pubblicava un articolo con il quale invitava le donne a presentarsi al seggio elettorale senza rossetto sulle labbra, per non lasciare qualche segno di riconoscimento sulla scheda. Il problema consisteva nel rischio che le donne, nell’umettare il lembo da incollare, avrebbero, involontariamente, lasciato una traccia di rossetto e in questo caso rendere nullo il voto.