Il mestiere del ciabattino oggi non è quasi più considerato un lavoro attuale perchè le scarpe, quando si rompono, vengono per lo più buttate via e non portate ad aggiustare. Questo è il frutto dell'innovazione tecnologica che va a discapito degli antichi mestieri.
Infatti le macchine rendono il lavoro più veloce permettendo la vendita dei prodotti ad un costo sempre più basso mentre il calzolaio impiega più tempo. In realtà per questo artigiano valgono le stesse considerazioni che si possono esprimere a riguardo di tante altre, come, ad esempio, il fabbro, il falegname e così via. Il lavoro è impegnativo, richiede sacrificio e capacità che non si acquisiscono dall'oggi al domani.
C'è ancora però qualche bottega artigiana.
N.B. IL SOPRANNOME DEI MIEI BISNONNI DERIVAVA PROPRIO DALLA PAROLA CIABATTINO mentre il cognome attuale TRAE ORIGINE dalla parola FALEGNAME in dialetto veneto.
Cara Arianna il nobile mestiere del ciabattino è quasi scomparso pochi rimangono a galla con questo consumismo, solo poche che hanno una scarpa che il piede incalza bene preferisce farla completamente quasi rifare spendendo più di una nuova ma è sicuro che i piedi poi non saranno mai doloranti, spesso succede questo con le scarpe nuove.
RispondiEliminaCiao cara amica, buon pomeriggio al caldo.
Tomaso
Sì, a volte si preferisce il benessere del piede e così si risuolano le vecchie scarpe anche se il costo è abbastanza alto.
EliminaBuona serata a te e buona sopportazione del caldo.
Baci.
Dalle mie parti, qui in terronia, quei pochi ciabattini in attività fanno ancora discreti affari. Proprio pochi giorni fa ho portato a risuolare gli stivali invernali di mia moglie e, con pochi euro, sono ritornati più belli di prima.
RispondiEliminaE poi rimane l'impagabile gusto di vedere il ciabattino all'opera e sentirlo parlottare con i chiodini tra le labbra lamentoso degli scarsi affari e di come qualcuno, in questi tempi di crisi, porti le scarpe ad aggiustare e poi non le va più a riprendere perchè non ha soldi.
Per non parlare degli odori di cuoio e di colla e di scarpe vecchie accatastate e lucidate a nuovo.
Quella nella foto sembra una ceramica di Capodimonte.
Ciao.
Hai fatto una bellissima narrazione a riguardo, la ceramica è veramente bella e poi l'hai paragonata alle vostre di Capodimonte.
EliminaGrazie e baci.
Io le porto ancora da un calzolaio a pochi km da casa, quando i tacchi son finiti li faccio rifare. Certo se poi la scarpa diventa inservibile...ciao! Allora Marangonzin in veneto è il falegname? Buon we, Arianna
RispondiElimina"Marangon" in veneto significa proprio "falegname"..."Zin" invece potrebbe essere un altro cognome poi aggiunto e che comunque significa "piccolo"....
EliminaIl soprannome era "Savatin" che vuol dire "ciabattino".
Grazie del tuo interessamento.
Baci.
Se le scarpe meritano, io le porto ancora a risuolare...
RispondiEliminaPeccato che gli artigiani stiano scomparendo...
Peccato che stiano scomparendo, anch'io comunque se le scarpe sono ancora belle almeno una volta le faccio risuolare.
EliminaBaci.
Io ormai i calzolai li vedo solo in alcuni grossi centri commerciali dove di solito rimettono velocemente il tacco alle calzature. Mi piacciono le ceramiche come quella della foto, ne ho alcune ma solo una è Capodimonte.
RispondiEliminaCiao buon fine settimana un abbraccio
enrico
E' una ceramica finemente rifinita e di vecchia produzione locale.
EliminaBaci.
Ciao Arianna, solo ora sono riuscito a commentare sul tuo nuovo blog, almeno come stile, ci si deve abituare, è comodo per quanto riguarda la visione totale del lavoro, un pò scomodo perche ti devi andare a cercare le notizie che ti riguardano, nell'altro forse era più immediato, ma va bene così, l'autrice sei tu, ciao e buona serata, Angelo.
RispondiEliminaBenvenuto, sono contenta di sentirti.
EliminaCiao e baci.