martedì 9 maggio 2023

Caporetto 1917 - Biglietto di nonna Caterina al nonno Luigi al fronte che venne catturato ferito e poi morì in campo di prigionia in Germania

12° Battaglia - Caporetto in sloveno Kobarid❤️. (L'intero comune (6273 ab. residenti, nel 1936, di cui 844 nel capoluogo) è stato ceduto, per il trattato di pace del 10 febbraio 1947, dall'Italia alla Iugoslavia, che lo ha incorporato nella repubblica slovena). Sulla prigionia dei soldati italiani nella Grande Guerra i dati raccolti sono impressionanti: dei circa 600.000 uomini fatti complessivamente prigionieri tra il 1915 e il 1918, pressoché la metà fu catturata durante la battaglia di Caporetto, per poi essere trascinata negli innumerevoli campi di detenzione disseminati nel cuore dell'Impero austro-ungarico e tedesco. L'attacco, cominciato alle ore 2:00 del 24 ottobre 1917 contro le linee della 2ª Armata italiana sulla linea tra Tolmino e Caporetto (Kobarid), portò alla più grave disfatta nella storia dell'esercito italiano, al collasso di interi corpi d'armata e al ripiegamento dell'intero esercito italiano fino al fiume Piave. La rotta produsse quasi 300 000 prigionieri e 350 000 sbandati, tanto che ancora oggi il termine "Caporetto" è entrato nell'uso comune della lingua italiana per indicare una pesante sconfitta, una disfatta, una capitolazione. Gli austro-germanici si mossero simultaneamente sia a nord, nei pressi del Monte Rombon, che a sud, a Tolmino. La prima zona era ben difesa dall'esercito italiano ma alle bombe si mischiarono anche granate a gas asfissiante che in breve tempo uccisero oltre 700 uomini della Brigata Friuli. I superstiti ricevettero l'ordine di ripiegare lasciando così via libera verso il villaggio di Saga al Corpo d'Armata guidato dal generale Alfred Krauss. A Tolmino invece le truppe italiane furono colte totalmente impreparate: l'ordine di ripiegamento verso il vicino Altopiano del Kolovrat, ricevuto il 10 ottobre, fu trascurato per diversi giorni. Il generale Pietro Badoglio iniziò ad organizzarlo solo il 22 dando agli austro-germanici un notevole vantaggio. I battaglioni tedeschi cominciarono a risalire il fondovalle verso nord incontrando sulla loro strada pochi soldati italiani i quali, per mancanza di ordini ufficiali, non spararono nemmeno un colpo. A mezzogiorno giunsero a Kamno e due ore più tardi alle porte di Caporetto, preceduti solo dai soldati italiani che stavano frettolosamente abbandonando tutte le loro postazioni. Alle 15.30 il ponte sull'Isonzo venne fatto saltare in aria ma ciononostante, prima del tramonto, i tedeschi entrarono nella piccola città insieme a duemila prigionieri italiani. Sempre quel giorno un contingente formato da Alpenkorps e da un battaglione da montagna del Württemberg uscì da Tolmino ed attaccò direttamente ad ovest, puntando sulle cime del Kolovrat. Anche in questo caso i bombardamenti furono devastanti e i soldati raggiunsero facilmente Quota 1114, sede di una postazione fortificata italiana. Anziché ingaggiare un attacco frontale, il giovane ufficiale Erwin Rommel ordinò l'aggiramento di questa postazione e il successivo avanzamento verso ovest. Il cugino Vittorio conserva una malacopia di uno scritto di nonna Catina, fatto recapitare al nonno in guerra..."Mio Luigi, non vengo in persona su, mi vedi lo stesso, così ti recho meno dolore.... perché fino che io nel vederti ero in disperazione e pur nel lasciarti. Luigi scrivimi ti prego...ti mando baseto Tua Catina"

Nessun commento:

Posta un commento