E sempre da Laura...continuazione di "Berlino Est"...
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.....Avevo un'amica di penna che abitava nella DDR - (GERMANIA EST) Deutsche Demokratische Republik.
RENATE - AMICA DI LAURA
In una lettera (Renate) mi chiese se potevamo incontrarci a Berlino Est. Acconsentii incuriosita. Così ci accordammo di vederci una domenica. La Stazione di Friedrichstrasse era a Berlino Est, e solo lì poteva arrivare l'amica Renate.
Io con la Metro da Berlino Ovest scendevo lì: controllo del passaporto come a Checkpoint, e poi passavo ...ed ero al di là del muro. A Berlino Est.
Lei arrivava in treno alla stazione di Friedrichstrasse. Io la aspettai lì all'ora convenuta. Arrivò con la sua amica del cuore e fu un incontro molto bello. Dopo tante lettere....finalmente ci conoscevamo di persona. Erano tutte e due molto carine e simpatiche,
e il tempo passò veloce parlando delle nostre vite, così diverse, sotto molti aspetti. Cominciammo così a incontrarci, più o meno, una volta al mese.
A volte veniva anche suo fratello, un bel ragazzo più giovane ma molto maturo e responsabile. Tutte le volte che ci incontravamo, mi invitava a trascorrere qualche giorno a casa sua. Io nicchiavo. Alla fine, dopo tanta insistenza, accettai.
E qui incomincia la parte burocratica. Andai al Consolato Italiano e chiesi il visto per entrare nella DDR come turista. Dovetti consegnare il Passaporto (mi diedero un foglio equivalente in sostituzione) il quale fu spedito a Roma. Credo che il mio Passaporto visitò comodamente Roma meglio di me che ci sono stata diverse volte, dato che il Consolato me lo restituì dopo 3 mesi con i visti. Ora dovevo ottenere i visti dall'Est. Andai all'ufficio competente e mi dissero che dovevo ritornare con tre foto formato tessera. Ritornai qualche giorno dopo con le foto, e mi diedero tre fogli da compilare. Dovevo scrivere tutto. Dove andavo, da chi andavo, perchè, per cosa, per come, quanti giorni mi fermavo, ecc...Consegnati i fogli mi dissero che mi avrebbero fatto sapere se la mia richiesta veniva accettata.
Passarono altri tre mesi, dopo di che ricevetti una lettera che mi invitava nello stesso ufficio. Andai. Mi davano i Visti, dovevo indicare il giorno della partenza e del ritorno, pagare 5 DM per ogni giorno di permanenza (un affare per loro). Fissai le date, 5 giorni di soggiorno-25 DM.
E così ebbi i miei Visti. Dopo 6 Mesi potevo recarmi oltre Cortina. Partii un Giovedì dei primi di Ottobre. Fino alla stazione di Friedrichstrasse tutto era normale come sempre. Poi presi il treno per Magdeburg e lì, lo scenario cambiò. Il treno antidiluviano era pieno di pendolari che molto probabilmente ritornavano a casa dal lavoro.
Volti stanchi, affaticati, tristi, spenti, gli abiti erano scadenti e nessuno parlava, tutti gli occhi erano fissi su di me. Certo, si notava palesamente che io non ero una di loro. Chissà quante domande si saranno fatti. Chi potevo mai essere così elegante? Arrivata alla stazione di Magdeburg, la corsa era finita e il treno si era man mano svuotato. Presi un altro treno per Genthin, la cittadina non molto lontana, dove abitava la mia amica. Alla stazione mi aspettava lei, Renate, la sua amica, e il fratello. La prima impressione fu di una stazione buia, di strade buie, di gente buia, di pochi negozi bui, tutto era buio.
La famiglia della mia amica mi accolse con grande calore.
Papà Gottschalk era un Veterinario e lavorava per il Governo ( molto orgoglioso mi aveva confidato che prima della guerra era stato persino a Parigi), la mamma casalinga, 4 figli, 3 femmine e 1 maschio.Nei 5 giorni che stetti da loro, mi raccontarono molte cose.
RENATE CON LE DUE SORELLE (la piccola Berbel e Sigrid) ED IL FRATELLO Erhard
Mai parlare in pubblico di politica, neanche con gli amici. Nei locali pubblici c'erano microspie ovunque.
Eri sempre tenuto d'occhio dal GRANDE FRATELLO. (Fonti ufficiose affermano che nella Germania dell'Est gli informatori al servizio della Stasi, la potente polizia segreta, fossero una persona ogni sei abitanti e dopo il 1989, all'apertura degli archivi, con grande sorpresa si è scoperto che tante famiglie allevavano, al proprio interno, informatori incaricati di riferire allo Stato i pensieri e le aspirazioni addirittura dei propri familiari...).
Frau Gottschalk e le altre signore andavano a comperare con la tessera alimentare e, per dare una festicciola in mio onore, aveva chiesto alla commessa, di nascosto, se poteva avere halb-pfund di burro in più per fare un dolce per un'ospite italiana.
Le fu dato. Così' il sabato sera vennero i compagni di scuola dei miei amici, c'era il dolce, e per miracolo, Herr Gottschalk tirò fuori 2 bottiglie di vino che teneva nascoste per le grandi occasioni, e poi c'era musica e ballammo. La Domenica, nella tarda mattinata, ebbi l'onore di salire sulla loro
Tranbant per andare in campagna, dove avevano una casetta e lì fare un pic-nic. Un viaggio da incubo.
La Tranbant era l'unica auto prodotta nella DDR, e Herr Gottschalk l'aveva avuta dopo 5 anni dall'ordinazione. Credo si fossero dimenticati gli ammortizzatori, la strada era dissestata e si saltava in continuazione. Io, pensavo, un altro salto e va a pezzi. Quando arrivammo, io avevo lo stomaco sotto sopra. Per il resto passai una gradevole giornata. Appresi che gli studenti, d'estate, avevano 6 settimane di vacanza, 2 settimane le dovevano dedicare a lavorare gratuitamente per il Governo.
La mia amica andava a togliere patate nei campi, altre cucivano divise per la Polizia, altre pulivano i locali pubblici, e così via...Loro erano di religione Protestante e frequentavano la chiesa, il Sindaco li aveva ripresi. Tutto era limitato. Tutto controllato. Le vetrine dei negozi erano vuote.
Quello che nella DDR veniva prodotto, una parte, giusto necessaria alla sopravvivenza, veniva lasciato alla popolazione, il resto, i RUSSI, lo mandavano in Russia a sfamare la loro. Ho trascorso 5 bei giorni e ho imparato molto su come vivevano i Paesi oltre Cortina, ma soprattutto ho imparato cosa significa la parola Libertà.
Libertà. Quando sono ritornata a Berlino Ovest, ho tirato un lungo respiro di sollievo. Come ero fortunata a vivere al di qua del muro. Potevo andare dove volevo, ero libera di parlare senza paura, là era tutto buio e triste, il quartiere centrale di Schoneberg, dove abitavo io, era pieno di luci, negozi, cinema, ristoranti e, se avevi i soldi, potevi comperare di tutto. C'era e c'è il grande magazzino KA DE WE dove potevi comperare qualsiasi cosa e se non l'avevano, te la procuravano. E' pari solo all'Harrods di Londra o forse meglio. Mi sovviene che Frau Gottschalk voleva regalarmi qualche cosa come ricordo, prima della mia partenza.
Che poteva regalarmi se non c'era niente? Così, su insistenza, dissi: La Bibbia. La conservo ancora nella mia libreria. Di loro ho perso le tracce. I miei amici Berlinesi hanno cercato di rintracciarli ma a Genthin non risulta più nessuno con i nomi dei figli.
Chissà dove abiteranno ora, chissà che vita hanno avuto, chissà....
Sono felice di pensare che sono liberi anche loro......
Karl Scheffler ( 1869-1951, giornalista e critico d’arte tedesco) disse:
BERLINO E' UNA CITTA' CONDANNATA PER SEMPRE A DIVENTARE ....E MAI ESSERE.....
“È la tragedia di un destino, che condanna la pur tanto cresciuta Berlino a un continuo divenire da insediamento slavo di pescatori a potente metropoli e capitale senza mai giungere al compimento del processo“........ è in continua ricostruzione.....
(Si dice che Parigi è sempre Parigi, mentre Berlino...)
(Laura)