domenica 28 settembre 2014

TIZIANO SCARPEL PITTORE - ANCHE LUI, COME IL FRATELLO TOMASO, HA SCRITTO UN LIBRO DI POESIE, FILASTROCCHE...

Tiziano Scarpel - Dipinto "San Giorgio" olio 60 x 40
 
L'ISOLA DI SAN GIORGIO
 
Ho sognato,
un'isola silenziosa,
che emergeva
dalla laguna,
con luce maestosa.
Laguna luccicante,
laguna ondeggiante,
come una madre,
culla i suoi figli.
Gondole adagiate,
dalla laguna ninnate,
isola fatata
isola incantata,
a San Giorgio … dedicata.
 
 
 

TIZIANO SCRIVE


Dedicato alla mia famiglia ed a tutti i miei più cari amici:
che queste pagine portino gioia e speranza nei loro cuori....
 
PREFAZIONE DELL’AUTORE

Come ebbe inizio la mia avventura? Beh, è una storia un po’ lunga, iniziata settant’anni fa.
Dovete sapere che un tempo, passata l’infanzia, si andava subito "a bottega", cioè si iniziava ad imparare un mestiere che, quasi sempre, avrebbe finito con l’accompagnare l’interessato per tutta la sua vita.

Anch’io non feci eccezione.
Durante le vacanze estive del lontano 1950, non avevo ancora dieci anni, fui avviato al lavoro presso un mulino.
Un giorno il padrone mi mandò a riparare una cesoia in una vicina officina. Nel riconsegnarmi il pezzo, il titolare mi propose di andare a lavorare da lui. Raccontai il tutto alla mamma e tanto feci ed insistetti finché un giorno lei mi accompagnò in quel laboratorio. Fu categorica e disse al padrone: "Ho sto capital qua chel vol vegner qua a laorar, cosa one da far?".
Tradotto: "Ho questo soldo di cacio che vuole venire qui a lavorare, che cosa ne facciamo?". Il padrone mi guardò e sorrise: "Non importa la grandezza, basta la buona volontà! Ti aspetto domani mattina alle sette!". Il laboratorio aveva due reparti, fabbro e falegname. Mi fu data la possibilità di scegliere e così iniziai da falegname. Terminate le vacanze ripresi la scuola, ma il padrone volle che continuassi a lavorare nel pomeriggio.
In effetti, mi ero proprio affezionato a quell’attività artigianale che mi dava la possibilità di aiutare la famiglia e, nel contempo, la soddisfazione di creare con le mie mani oggetti, mobili, suppellettili.

Terminai la scuola dell’obbligo, sempre studiando e lavorando. L’azienda, nel frattempo, si era ingrandita ed era una tra le più qualificate nella costruzione di autoscontri e giostre. Ormai credevo che la mia strada fosse già tracciata, che il mio avvenire sarebbe proseguito su binari precisi. Non lo sapevo ancora, ma il destino aveva già deciso diversamente. Eh già …

In quella torrida estate del 1957, non ancora sedicenne, come tutte le domeniche pomeriggio andai con gli amici al Piave per fare il bagno e godermi il sole.
Quadro di Tiziano
 

Il giorno dopo avevo una febbre da cavallo e la diagnosi fu: meningite da colpo di sole. Quell’episodio fu l’inizio di un drastico cambio di rotta nella mia vita.

In due anni feci otto mesi di ospedale oltre ad una lunga convalescenza. Dovetti dire addio al lavoro da falegname che amavo tanto!
Il medico ordinò ai miei genitori che dovevo cambiare aria. Ciò che guadagnava mio padre era appena sufficiente per sfamare la famiglia e pertanto non
c’era denaro per un soggiorno in montagna. La povertà, si dice, aguzza l’ingegno ed a furia di pensare … mi venne un’idea!
Tiziano e suo Padre
 
 
L'azienda del Cav. Giovanni, come ogni anno, offriva una gita a Cortina d'Ampezzo a tutti i suoi dipendenti. Pur non facendone parte, esposi il mio problema al titolare, gli dissi che da quel viaggio speravo di ritornare con un posto di lavoro in montagna per poter lavorare e, nello stesso tempo, curarmi. Ed egli mi permise di partecipare.

Una domenica mattina partii per le Dolomiti con la speranza nel cuore. Al ritorno, durante una sosta a San Vito di Cadore, venni a sapere che l'Albergo al Pelmo cercava un ragazzo tuttofare per la stagione estiva.
Il titolare, che si chiamava Tiziano come me, mi prese in simpatia ed in pochi minuti ci accordammo. Ai primi di luglio iniziai la mia prima avventura lontano da casa. Il lavoro consisteva nell’andare a prendere il latte al mattino, accompagnare i clienti nelle loro stanze, fare il fattorino, accudire l'orto, aiutare in cucina ed altri servizi.

Mentre lavoravo, osservavo i camerieri: ai miei occhi la loro divisa aveva un fascino particolare, di prestigio. Sognavo di poterla anch’io indossare un giorno …, pensavo che le loro mansioni non fossero poi molto faticose. A fine stagione chiesi al titolare di essere assunto con quella qualifica. La sua risposta fu positiva, a patto che avessi imparato bene il mestiere prima della stagione invernale.

Feci ritorno a casa felice: avevo trascorso due mesi in montagna, il mio fisico ne aveva beneficiato, avevo guadagnato qualcosa ed, in prospettiva, c’era la speranza di un’occupazione per l’inverno successivo.

Dimenticai il lavoro da falegname, mi misi subito a disposizione di bar e ristoranti e finalmente venni assunto al Leon d’Oro di Pieve di Soligo, proprio nel periodo in cui si svolgeva la manifestazione dello spiedo gigante, conosciuta ancora oggi in tutto il Veneto. Quell'invitante spiedo attirava migliaia di persone ed anche il Leon d’Oro, quel giorno, era pieno di avventori …

Ed ebbi la gradita sorpresa di dover servire proprio il signor Tiziano il quale, constatando di persona che ero pronto per il nuovo lavoro, mantenne la promessa e mi assunse. Per ben tre stagioni resistetti a lavorare nel suo
locale montano. Sì, è proprio vero: resistetti!
Non mi ci era voluto molto, infatti, per capire che la professione del cameriere non era poi il lavoro facile che supponevo e per il quale, in verità, non mi sentivo più molto adatto e portato. Fu cosi che, a metà gennaio 1962, abbandonai quella professione che con tanto entusiasmo giovanile avevo intrapreso e mi trasferii a Milano dove venni assunto come aiuto carpentiere.

Si dice che "il primo amore non si scorda mai". Dopo soli due anni, feci infatti ritorno al paesello per riprendere il lavoro di falegname che, a causa della malattia, avevo dovuto lasciare.

Il resto della mia storia lo scoprirete leggendo questo libro ed osservando le illustrazioni di alcuni miei quadri. Già, alla mia non più verde età, oltre che dilettarmi nella scrittura, anche colori e pennelli mi fanno compagnia!

Tutta la mia vita è un intreccio di aneddoti, tra famiglia, lavoro, gioie, dolori, amicizie, strane coincidenze, emozioni che mi hanno portato fin qui: a scrivere qualche ricordo, a dipingere, a fare il nonno, ad imparare ad usare il computer, ad essere un web master. Già … chi non lo conosce ancora, è invitato a visitare il mio blog:
http://1941lamiastoria.blogspot.it/
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Tiziano Scarpel
 
 
 



 La tavolozza di Tiziano
 
LA TAVOLOZZA

Mi guardava un po’ assonnata

dove un tempo l’avevo abbandonata,

in quell’angolo … era tutta impolverata.
 
Sembrava dire:

«Non vedi quanto mi fai soffrire?

Non mi va più di dormire!

Su, dai, prendimi per mano,

insieme andremo lontano,

vedremo monti, valli e campi di grano!».

La presi, l’accarezzai con i pennelli,

le donai i colori più belli

e dipingemmo i sogni come preziosi gioielli.
 
La tavolozza mi fa ancora fantasticare,

mi fa ancora sognare,

con la fantasia …mi fa viaggiare!

                          Tiziano

 


3 commenti:

  1. Cara Arianna, mio fratello Tiziano, sarà sicuramente felice di vedere che pure a lui hai dedicato un tuo post.
    Sei veramente una amica sul vero senso della parola, grazie.
    Ciao e buona settimana cara amica.
    Tomaso

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  2. Bonjour,

    Je me retrouve sur la belle page de ce joli billet qui me remplit d'émotion... Merci pour ce très beau partage.
    Gros bisous ♡

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    1. Bellissima la Poesia dell'isola San Giorgio. Mi ricorda ,quando bambina, lo zio mi portava in Piazza
      S. Marco, ammiravo l'isola, i piccioni, i Mori che a mezzogiorno picchiavano i loro martelli sulle campane, e Venezia, x me è la città più bella che abbia visto ( e ne ho viste molte in tutta Europa ).
      Oggi Venezia non è più dei veneziani ma dei turisti. ( Ci portavo anch'io i miei gruppi Inglesi ) Peccato

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