Racconto di LAURA
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Conobbi Arianna che aveva circa 2 mesi. Me la presentò sua sorella Tina tutta orgogliosa. Era una bimba bellissima.
Premetto che quello che scrivo è un racconto di vita vissuta quando ero ancora una giovane ragazza curiosa e con molte domande sul domani.
E' vero che i Veneti sono chiacchieroni, ma generosi e con un cuore grande così.
Quando una notte di Febbraio mio padre mancò d'infarto (io avevo 11 anni, mio fratello Renato 16, mia Madre distrutta dal dolore), per un mese i conoscenti vennero a farci visita per condoglianze, aiuto morale e piccoli doni. Non lo dimenticherò mai.
Gli anni passarono e io diventavo insofferente della tranquilla vita di paese. Ero curiosa di vedere altri posti, altri Paesi, di scoprire cosa c'era dietro l'angolo.
Il 30 Maggio del 1960 partii per la Germania, ero poco più che adolescente. Mia Madre dovette firmare per ottenere il mio passaporto in quanto minorenne. So che alcune persone mi criticarono, ma mia Madre, tra le tante cose che mi insegnò, due massime rimasero sempre impresse
nella mia mente e divennero un Mantra nella mia vita "male non fare, paura non avere, guarda e passa e non ti curar di loro...".
In Germania già viveva mio fratello in un paese vicino a Stoccarda. E qui iniziò la mia nuova vita avventurosa che durò circa 9 anni.
Lavorai sempre onestamente, mi mantenni, andavo a scuola per imparare il Tedesco e, quando avevo qualche "Marco" in più, viaggiavo per diletto quasi sempre ospite di amici. Cambiai molti lavori, città e Paesi. Conobbi molte persone di varie nazionalità, fede religiosa, colore della pelle e il tutto mi insegnò a crescere interiormente e a diventare la persona che sono (e modestamente mi piaccio).
Un sabato mattina, camminando per il centro di Stoccarda, notai in una vetrina una valigia rossa in nappa (allora usavano le valigie marrone di spesso cartone). Me ne innamorai e la comprai. Mi costò quasi mezzo stipendio, ma ne valse la pena. Fu la mia amica e compagna fedele per tanti anni e tanti viaggi. Quando la tiravo giù dall'ennesimo armadio mi chiedeva: Ripartiamo? Non è vero che le cose non parlano, siamo noi che le dobbiamo ascoltare....e così divenni "La ragazza dalla valigia rossa".
Laura
Cara Arianna, una storia di noi emigranti, che dentro di noi ne siamo orgogliosi di avere avuto il coraggio di farlo. Ciao e ti auguro un buon fine settimana, con forte abbraccio.
RispondiEliminaTomaso
PS il blog mio sarà in pausa per una decina di giorni, se vuoi sapere di più passa dame domeni.
ciao... bello il racconto di vita vissuta.. :-) luigina
RispondiEliminaComplimenti Arianna i veneti si sono fatti onore in tutto il mondo,
RispondiEliminaadesso aspetto il seguito di questa ragazza dalla valigia rossa
ciao a presto
Tiziano
Speriamo che Laura scriva ancora altri bei racconti...è proprio brava ed avrebbe sicuramente molti altri interessanti aneddoti da svelarci ...
EliminaCiao.
Ciao,
RispondiEliminaUn racconto che fa riflettere, di una certa profondità . Le massime della tua mamma credo siano un'importante insegnamento di vita , danno coraggio e sicurezza .
Laura mi ha inviato questo bel racconto dove inizia parlando pure di me...ero piccolissima quando Lei è partita.... ma a livello familiare/parentale abbiamo sempre mantenuto una bella amicizia.
EliminaSua mamma poi era veramente "nobile" e saggia.
Grazie.
Buona domenica.
EliminaGrazie a tutti voi. Vi regalerò qualche altro racconto un po più interessante. ( forse ). ( Spero ).
Ops,
Eliminatalmente presa a leggere e rileggere il racconto e a rifletterci su , non ho notato che sotto era firmato Laura .
Grazie a tutte e due,
aspetto il prossimo ,
ciao
ciao
Bello questo racconto di vita vissuta fatto dalla tua amica.
RispondiEliminaBuona giornata un abbraccio
enrico
bellissimo racconto ed è proprio vero che alcune "cose"parlano !!!! un caro saluto...
RispondiEliminaecco, Laura scrive veramente bene.. schietta e diretta. Mi piace..
RispondiEliminaE ti assicuro che è proprio così ...naturalmente!
RispondiEliminaCiao.