La gita in Val di Valles
di Bruno Marangonzin
"Non si vede nel ciel là tra le nubi che un cinereo lembo"....
mentre D'Annunzio scriveva "Non si vede del mar là tra le dune
che un cinereo lembo"...
Si parte dopo aver atteso il pullman per quindici minuti, giusto il tempo per dar modo ai ritardatari di congiungersi al gruppo.
In corriera ci si conta, non siamo in tanti, qualcuno sussurra "pochi ma buoni.
Del resto dopo un lungo periodo di cattivo tempo e le previsioni della giornata sfavorevoli avevano fatto sì che diverse persone rinunciassero alla gita.
Si procede speditamente per la "Valsugana"...
ed a Trento si entra in autostrada.
Ormai sono trascorse due ore dalla partenza e l'autonomia della terza età per la "sosta caffè" sta per scadere.
Ci si ferma all'autogrill e tutti, dimenticando le bevande, si precipitano alla toilette; il caffè viene dopo!
Si riparte e guardando in alto!
Dopo meno di un paio d'ore si arriva a Val di Valles, quota 1350, il pullman non può più procedere.
Dei pulmini portano le persone ai 1750 metri del rifugio o chi preferisce, la maggioranza, a piedi per il sentiero.
Quando scendo, vestito dalla canottiera al giubbino, tutto rigorosamente in cotone, o acrilico, mi accorgo di aver freddo.
Non so come fare ma a qualcuno devo dirlo.
Si passa parola ed una gentile persona, mossa a compassione, estrae dal suo capiente zaino un gilet in pile evitandomi così un sicuro malanno.
Il sentiero s'inerpica con una notevole pendenza; si procede ad ordine sparso.
I ritardatari sono assistiti da un efficiente servizio "scopa".
Un vorticoso ruscello alimentato da tante piccole cascate ci accompagna per quasi tutto il percorso.
La vista dell'acqua, unita al notevole rumore della stessa, fa sì che alcuni con il pretesto di vedere se ci sono funghi, s'inoltrino nel bosco fino a scomparire dalla vista altrui per una nuova "sosta caffè".
Le nubi nel frattempo avevano fatto posto a squarci sempre più estesi di azzurro lasciando intravvedere un bel sole che illuminava un maestoso scenario da togliere il fiato, anche per la fatica che incominciava a farsi sentire.
Strada facendo vengo a sapere che sono l'unico ad aver portato da casa il pasto al "sacco", tutti pranzano al rifugio.
Mi sento a disagio, portare di ritorno i numerosi panini e bibite dello zainetto un po' mi scoccia.
Entro nel rifugio ed affabili persone della compagnia mi fanno accomodare al loro tavolo.
Ringrazio e scelgo il posto meno in vista, nell'angolo della panchina.
Loro ordinano le specialità del luogo ed io, il solo "portoghese" del gruppo, con una buona dose di faccia tosta, domando un piatto vuoto pensando così che le inevitabili briciole del panino non vadano a ricoprire la tavola.
Una signora mi offre un gustoso "canederlo" e questo mi mette a mio agio, anch'io sto pranzando come loro, o quasi, perché il panino in men che non si dica sparisce dentro alla mia bocca.
La gassosa portata da casa la tengo accuratamente nascosta dietro il sedere e me ne verso nel bicchiere di plastica al momento più opportuno.
Il sole splende alto nel cielo e dopo qualche tempo a godere di questo si scende fino al pullman.
La discesa, inutile dirlo, non è faticosa anche se le gambe ne risentono.
A pochi chilometri da Bressanone si visita l'abbazia di Novacella, un luogo veramente bello e notevolmente vasto.
La biblioteca con i suoi ventimila libri e manoscritti impressiona un po'.
ABBAZIA DI NOVACELLA - BIBLIOTECA
Documenti originali testimoniano che i signorotti del tempo, a volte, dopo una vita dissoluta e peccaminosa, si compravano un pezzetto di paradiso con le indulgenze fatte di grandi lasciti in terreni e fabbricati, o in denaro sonante.
Questo è stato uno dei motivi della scissione dalla chiesa cattolica dell'abate Martin Lutero.
Non posso esimermi da un piccolo accenno alla chiesa.
All'esterno l'architettura è semplice ma quando si varca la porta d'ingresso e si guarda in particolare il soffitto, si rimane esterrefatti da tanta ricchezza di addobbi, stucchi, pitture e marmi da assomigliare a mio parere, più che ad un luogo di culto, ad uno dei grandi saloni delle feste di varie corti europee.
Nel viaggio di ritorno tutto fila liscio.
In conclusione una gran bella gita, una bellissima giornata ed un particolare grazie a Luciano & Luciana per aver promosso questo e fatto da guida a noi tutti in questa incantevole vallata.
Mi spiace, peccato per gli assenti.
Strada facendo vengo a sapere che sono l'unico ad aver portato da casa il pasto al "sacco", tutti pranzano al rifugio.
Mi sento a disagio, portare di ritorno i numerosi panini e bibite dello zainetto un po' mi scoccia.
Entro nel rifugio ed affabili persone della compagnia mi fanno accomodare al loro tavolo.
Ringrazio e scelgo il posto meno in vista, nell'angolo della panchina.
Loro ordinano le specialità del luogo ed io, il solo "portoghese" del gruppo, con una buona dose di faccia tosta, domando un piatto vuoto pensando così che le inevitabili briciole del panino non vadano a ricoprire la tavola.
Una signora mi offre un gustoso "canederlo" e questo mi mette a mio agio, anch'io sto pranzando come loro, o quasi, perché il panino in men che non si dica sparisce dentro alla mia bocca.
La gassosa portata da casa la tengo accuratamente nascosta dietro il sedere e me ne verso nel bicchiere di plastica al momento più opportuno.
Il sole splende alto nel cielo e dopo qualche tempo a godere di questo si scende fino al pullman.
La discesa, inutile dirlo, non è faticosa anche se le gambe ne risentono.
A pochi chilometri da Bressanone si visita l'abbazia di Novacella, un luogo veramente bello e notevolmente vasto.
La biblioteca con i suoi ventimila libri e manoscritti impressiona un po'.
ABBAZIA DI NOVACELLA - BIBLIOTECA
Documenti originali testimoniano che i signorotti del tempo, a volte, dopo una vita dissoluta e peccaminosa, si compravano un pezzetto di paradiso con le indulgenze fatte di grandi lasciti in terreni e fabbricati, o in denaro sonante.
Questo è stato uno dei motivi della scissione dalla chiesa cattolica dell'abate Martin Lutero.
Non posso esimermi da un piccolo accenno alla chiesa.
All'esterno l'architettura è semplice ma quando si varca la porta d'ingresso e si guarda in particolare il soffitto, si rimane esterrefatti da tanta ricchezza di addobbi, stucchi, pitture e marmi da assomigliare a mio parere, più che ad un luogo di culto, ad uno dei grandi saloni delle feste di varie corti europee.
INTERNI ABBAZIA
Quando penso alla povertà del tempo tutto questo mi sembra un po' stonato.Nel viaggio di ritorno tutto fila liscio.
In conclusione una gran bella gita, una bellissima giornata ed un particolare grazie a Luciano & Luciana per aver promosso questo e fatto da guida a noi tutti in questa incantevole vallata.
Mi spiace, peccato per gli assenti.
(Bruno Marangonzin)
Bellissimo post per le sue descrizioni e soprattutto bellissime foto... Abbraccio <3
RispondiEliminaUn racconto a mio parere interessante, oltre ad essere anche spiritoso! Luoghi incantevoli sicuramente e ben descritti! Un abbraccio anche a te.
EliminaBruno mi scrive: "Cara Arianna, ho appena letto sul tuo blog il mio racconto della “Gita a Val di Valles”;
RispondiEliminaTi ringrazio che l’hai pubblicato, inserendo delle bellissime foto, “compresa quella dell’autore”.
Sai quando mi guardo allo specchio mi sembra di essere più giovane, forse è perché guardo solo i capelli, per il resto la foto rispecchia la realtà.
Forse anziano fuori.. ma dentro sono ancora un minorenne! Forse "solo" un po’ anziano... dopotutto i settant’anni sono ancora al di là a venire. CIAO.
Grazie ancora."
Caro Bruno, sei sempre un gran bel giovanotto!!!! E poi sei troppo simpatico!!!!
EliminaBel racconto , Bruno , sempre con quella punta di umorismo che lo rende + che gradevole .
RispondiEliminaBellissime la foto . Dai , se non hai ancora 70 anni sei ancora un giovanotto , e se poi non li senti..........
Laura
Un posto bellissimo che mi piacerebbe visitare perché, malgrado i miei soggiorni in montagna non sono mai stato da quelle parti. Però potevi mangiarti un po' di canederli ed i panini te li mangiavi la sera (hihihi). Complimenti per le foto e buonanotte.
RispondiEliminaBellissimo racconto è bellissima l'abbazia!
RispondiEliminaUn altro Bruno artista ,scrittore il cugino invece il cognato disegnatore il nome porta bene,bravo BRUNO saluti da TINA
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